venerdì 22 agosto 2008

Riflessioni della sera - Un confronto con la realtà

Come ci si sente ad essere messi davanti ai propri errori, alle proprie mancanze?
Cosa ci impedisce di credere che l'altro stia dicendo qualcosa di vero?
Perchè dovremmo credere che siamo nel giusto?
Sono questi i dolori e le difficoltà del rapporto con gli altri, la manifestazione della loro libertà. E' un po' come una violenza, uno stupro delle nostre idee, del nostro modo di vedere. E ci fa male. E ci fa capire come tante volte ci crediamo assoluti, perfetti; intanto però quando leggiamo questo o quando ce lo dice il nostro vicino, pensiamo subito, con falsa umiltà, che noi "no, non siamo perfetti", e intanto rigettiamo le osservazioni dell'altro, siano esse espresse come un ragionevole discorso o un rabbioso alterco.
E' qui che si capisce se sei libero. Se non sei schiavo del tuo ego smisurato o dell'opinione altrui, nata da un punto di vista soggettivo. E in quei momenti capisci che non sei libero; sia fosse solo un momento credi di aver accettato l'analisi dell'altro, ma poi rinfacci la cosa alla prima occasione. E capisci cosa vuol dire essere uomo, misero e meschino, in perenne cerca della strada per la libertà.
Sono in quei momenti che si apre una fessura nella tua lucida armatura e il rostro acuminato della realtà di strappa un gemito di dolore. Capisci che puoi fallire, che puoi sbagliare, che il tempo perso non lo puoi riavere indietro come un biglietto aereo. Insegui un obbiettivo e sai che il cronometro scorre, che forse non ti basterà una chanche per arrivarci e vorresti avere una seconda. Vorresti cambiare il mondo e fai fatica a cambiare te stesso.
Capisci che per guardare l'obbiettivo non hai guardato intorno a te, e hai perso un pezzo della realtà e trascurato i tuoi vicini. Hai perso la tua visione di insieme e non hai visto il mondo e il tempo.

Per inseguire il sole,
hai dimenticato la lanterna a casa.
Ed ora le tenebre ti circondano,
mentre le lacrime ti rigano il volto.


Nessun commento: