martedì 18 maggio 2010

POESIA - PIOGGIA, SCHEGGE DI PENSIERI

PIOGGIA, SCHEGGE DI PENSIERI


Occhio di opale dal fondo nero,
piume umide germite dal vento.
Su pallida betulla siede,
il merlo mattiniero.
Pioggia sottile cade come lacrime levigate
e io, nel mio pensiero perso,
vado agli impegni che con il tempo ho preso.


Malinconia e gioia all'immagine degli orizzonti ambiti,
sudore e sale sulla via per ghermirli,
lacrime come pioggia sulla strada 
che il passo tiene con il suo cadere.


Eppure la certezza c'è su una cosa:
l'aver tentato almeno di percorrere la via
di un sentiero elevato
da noia, tomba quotidiana di abitudini serrata.


Ora mi arrischio in sogno
di raggiungere la meta:
quale bellezza essere arrivato in cima alla vetta!


Quale vita è quella dell'Uomo, nato per elevarsi,
se nelle ore fuggiasche solo zavorra di inutili pesi sa trovare?


Pioggia rotola sul vetro offuscato.
Alberi ed erba di smeraldo incoronato,
come olio e pennello dipingono il paesaggio,
boschi di rara bellezza e oscuro mistero.


Maligna signora è la mente,
specchio di lucide ambizioni.
Schiudi ora i tuoi battenti e lascia che vada,
sazio,
a bagnare volto e piedi nelle limpide acque del cielo.


E accompagnami a trovare i vecchi amici di un tempo,
sogni infranti di bambino,
a giocare nelle pozzanghere di un giorno lontano.
E per mano accompagnami a domani,
seguendo la via che ho scelto per me,
dolce e dura come solo le strade bagnate di pioggia e di sogni sanno essere.


Varese, 15 maggio 2010





Buongiorno, navigatori!
Un altro post imbratta le righe di codice di questa pagina dopo un ritorno di fiamma ritardato. Indubbiamente, mi trovo di fronte ad un periodo fecondo... Ma non è di questo che voglio parlare.
Come tutti abbiamo visto, i giorni di pioggia della settimana scorsa ci hanno stufato assai e moltitudini di varesini e varesotti si sono sollevate contro il maltempo, facendone la madre di tutti i mali dopo la politica e la nascita dell'Uomo. Ma davvero tutto il maltempo vien per nuocere? La pioggia è solo un demone maligno che ogni tanto si sveglia e diventa un mostro? E' una perdita di tempo? Un fastidioso accento sulle nostre giornate di noiosa quotidianità?
Personalmente, su queste pagine posso esprimere invece i miei apprezzamenti per la pioggia. Un folle?, vi chiederete voi. Può essere. Se essere folli oggi vuol dire apprezzare quanto di più piccolo, bello e nascosto c'è nelle nostre travagliate ore, allora sì, sono e voglio essere folle! 
Pochi sanno apprezzare quello che porta la pioggia. Pochi sanno notare quanto bello diventi il nostro boscoso paesaggio quando quel velo ticchettante di gocce cade dal cielo. E ancora meno persone sanno apprezzare la poesia dei giorni di pioggia. I panorami non diventano come quadri ad olio quando piove? I colori non assumono sfumature vivide e brillanti? E l'aria non si riempie di profumi diversi, pulita dalla pioggia come da un gigantesco scrubber di abbattimento fumi? E quanti di voi sanno apprezzare le gocce di pioggia che rotolano sul viso e nei capelli? 
Oggi la pioggia per tutti è solo una delle tante cose brutte, noiose e irritanti che la vita e la natura ci oppongono ai nostri sogni e alle nostre illusioni. Solo un di più negativo. Forse dovremmo imparare a guardare oltre quello che la vista ci offre e scavare in profondità nella realtà e in noi.
Nei giorni passati non poteva mancare l'ispirazione per alcuni versi, che qui propongo come mio solito. A voi le riflessioni.

Hoo-ha!



martedì 11 maggio 2010

PAROLE E PAROLE CUCITE NEL SILENZIO DELLA NOTTE

Rieccoci qui, internettari e navigatori del digitale!
Un lungo periodo di silenzio divide questo post dal mio ultimo intervento su questa pagina, ma l'elemento portante di questa area personale è la spontaneità, perciò niente articoli forzati dalla necessità di sporcare un foglio virtuale.
Cosa è successo in questo periodo di mutismo? Molti associano alla mancanza di parole un vuoto sterile e inutile, ma la mia esperienza personale dice tutto il contrario. Spesso è proprio nel silenzio e nelle tenebre di una notte umida e nuvolosa come le nostre che sbocciano i fiori delle riflessioni più belle e i arrivano i frutti delle iniziative più buone.
Dal canto mio, posso dire che questo silenzio prolungato mi ha solo giovato. Forte della mia esperienza e ben deciso a farla valere, ho partecipato al "solito" concorso letterario di Este, indetto dal circolo culturale "Il Sentiero dei Draghi". E posso dire che a volte i sogni, piccoli o grandi che siano, se perseguiti con la giusta dose di cinismo misto a speranza portano alla soddisfazione e alla loro realizzazione. 

Due racconti, un horror psicologico e uno steam-punk puro, completamente diversi per messaggio, stile e narrazione sono stati premiati con l'ambito attestato di finalista. 

Non il podio, spesso ambito e sempre più spesso responsabilità pericolosa, ma una grande felicità e gioia difficile da descrivere, condita con la voglia di fare di più, andare oltre e realizzarsi.
Emozioni pure e semplici, non avvelenate dall'arrivismo e dall'inutile arroganza dell'ambizione che sporcano ogni iniziativa e ogni evento facendolo diventare solo l'ennesimo strumento di prevaricazione e motivo di conflitto.
Grandi momenti, insomma, capaci di farti crescere nella strada dell'arte, l'unico e vero strumento di realizzazione interiore dell'Uomo e della sua bellezza.
E così via!
Altro grande traguardo per me è stato la realizzazione della bozza completa del mio primo libro, grande ambizione e grande sogno. Altro bellissimo golem intessuto di riflessione, tenebra e arte. Ora a me la grande responsabilità di mettere un mattone sull'altro ed edificare la storia e l'epica di un grande viaggio che spero di condividere con voi in un futuro non troppo remoto.
Tante cose belle e brutte si intrecciano nella vita di ogni giorno, ma sono i grani di sale dei nostri sogni e delle nostre speranze che le danno sapore. Non il noioso alternarsi delle ore su un orologio inclemente che segna ogni volta un giorno in meno, non il rincorrere inutile di gretti e bassi obbiettivi meschini e senza valore. Dobbiamo imparare ad apprezzare, conoscere e comprendere.
Imparare a conoscerci, nel silenzio e nel buio, perchè così possiamo trovare il nostro scopo, il nostro essere vero, i nostri obbiettivi.
Comprendere le nostre capacità per poter meglio spiegare le ali, calcolare le energie, troppe volte disperse per inseguire vani sentieri che ci portano dappertutto tranne che da qualche parte.
E' questo il grande insegnamento che ci danno le stelle di una sera silenziosa, nell'ombra della nostra stanza quando a letto, in attesa dell'abbraccio di Morfeo, siamo in compagnia solo del battito del nostro cuore, del ritmo del nostro respiro. E dell'Inquilino del Piano di Sopra, che ringrazio puntualmente di avermi fatto meno bello, meno figo e meno superficiale degli altri per meglio distinguermi da una massa sempre più amorfa.
E allora buonanotte, Lettori della Grande Rete!
L'augurio è che anche voi possiate apprezzare questi attimi di bellissima riflessione e realizzare il vostro sogno con sincera e umile costanza.


Hoo-ha!