giovedì 15 marzo 2012

MOMENTI

Capita a tutti la sorpresa, ma a volte bisogna essere attenti per coglierla. 
Oggi mi sono messo a scrivere queste due righe per riportare la bellezza di un momento inaspettato: la chiamata da parte della redazione di La6, canale televisivo locale di Varese, per un'intervista.

Origini.

Partiamo dal principio: tempo fa, un mio compaesano e conoscente mi ha chiesto se fossi interessato a partecipare ad una rubrica televisiva organizzata dal canale per cui lavorava. La rubrica si occupa di intervistare autori e scrittori vari con lo scopo di farli conoscere e far conoscere le loro opere al pubblico. Un po' scettico, ma sempre dell'idea che le occasioni vanno colte al volo, ho risposto di sì pensando che comunque un po' di pubblicità non guasta e che non ero mai stato intervistato da una qualsiasi tv. 
La cosa sembrava morta lì. Passò un mesetto senza notizie, forse passò anche qualche settimana in più di un mese. Poi, martedì di settimana scorsa, appena tornato a casa dal turno del mattino e dopo essermi sdraiato per recuperare le mai sufficienti ore di sonno notturne, arriva la chiamata: appuntamento l'indomani per le 15.00 a Gornate Olona. 
Annotato, segnato e stampato a fuoco.

Emozione.

La notte e il mattino seguente sono state una sorta di limbo misto adrenalina/quiete forzata. Credo di aver lavorato solo grazie al fatto che molte delle operazioni che faccio sono ripetitive e automatiche. Allo scadere delle solite, monotone otto ore, in circa quindici minuti mi sono sbarbato, lavato, vestito e fiondato in auto. Bruciati i chilometri che mi separavano dalla sede della tv, mi sono presentato alla porta di un anonimo stabile che sarebbe potuto essere un qualsiasi magazzino se non fosse stato per l'insegna con i loghi di tre canali televisivi, fra i quali quello che interessava a me. 
L'accoglienza fu alquanto rasserenante. La giornalista responsabile (che scoprirò essere la direttrice di La6, ma non avevo la minima idea) mi introdusse al rito della scaletta, ovvero organizzazione preventiva dell'intervista. Non male, visto che la conoscenza in anteprima dell'argomento della domanda mi permetteva di preparare in anticipo le risposte ed evitare l'effetto impastato (cioè overdose di adrenalina ed emozioni varie che mi riducono ad un contorto ammasso di frasi inintelleggibili). Terminata la veloce rassegna, ci spostiamo in studio: una stanza di circa sei metri per sei con un'intera parete ricoperta da un telo blu elettrico per il chroma key che ho subito pensato di portare via assieme ai faretti abbinati. Al di là delle fantasie criminali, rendo grazie alla chiarezza del  mio amico giornalista per avermi detto di non indossare niente di blu. Sistemati microfoni e posizione delle telecamere, partiamo. 
Le domande scorrono semplici e lineari. Cerco di rispondere con calma e articolando bene le parole. 
La temperatura corporea sale di due gradi, quella intracranica di circa venti. Per un momento credo che la calotta decollerà a schiantarsi sul soffitto. 
Mi chiede dei concorsi e dei racconti. Inizio a spiegare la trama dei racconti finalisti. Solo alla successiva domanda mi rendo conto che averne dimenticato uno. Dannazione! Fa niente: the show must go on! 
Mi viene chiesto il motivo della partecipazione a concorsi extraprovinciali. Vorrei spiegare che aumentando il pool di ricezione aumentano anche le possibilità di creare un più alto numero di fan e che non esiste solo il giardino di casa (esiste anche un mondo più grande), ma il tempo è tiranno e condenso tutto. 
Ultima domanda: un romanzo? Mannaggia, sapevo che dovevo parlare di questo, ma cosa dire? Che ci sto lavorando da diversi anni? Che a causa di lavoro e impegni vari non riesco a completarlo? Beh, la clessidra mi salva ancora e condenso tutto in poche frasi. Mi rendo conto che a questo punto la mia pubblicità positiva è finita in niente. Uno scrittore che non riesce a scrivere un romanzo... Figura misera.
Concludiamo con i saluti e il tecnico che ci ha seguiti riprende le antologie e gli attestati. Il mio amico ci ha raggiunti. Scambiamo quattro parole, mi vengono restituiti libri e attestati. E' tempo di andare. Mi avvio all'auto con un po' di pensieri in meno e un flusso di adrenalina ridotto fortunatamente a zero. Servirà a poco perchè a meno di metà del tragitto il pedale della frizione deciderà di commettere seppuku e dovrò farmi recuperare dal carro attrezzi. 

Ma che dire...

Grande soddisfazione nel vedere il mio grugno in prima serata e in replica e su Internet mentre racconto delle mie visioni contorte ad una telecamera. Non pensavo di arrivare in una tv locale dopo pochi anni di scrittura, nè pensavo che la vita a volte di riserva queste sorprese. Un altro tassellino sulla strada di questa mia scelta, un altro piccolo conforto in una vita non sempre come vorremmo. 

Regalo di oggi: questa istantanea...

Un momento.


Il link al video: